L'orrido che abbiamo in noi

Olio su tela e marmo, tela con doppia intelaiatura

La natura ha creato l’orrido, ossia un luogo dirupato, là dove un torrente è costretto a superare con una fossa rocce resistenti, tra le quali le acque precipitano con fragore.Ma anche dentro ogni uomo, dal neonato al vegliardo morente, c’è un orrido: è il nostro lato oscuro. La letteratura è traboccante di racconti in cui il male insito nell’uomo si rivela, scatenando l’alter ego mostruoso e, a volte, delirante dell’essere umano. Esso è posto a giustificazione della malvagità rivolta verso gli altri, i deboli, gli animali, ma anche verso se stessi.L’interpretazione di questo animo crudele è spesso inteso a esternare la parte demoniaca, quasi il libero arbitrio non esistesse, che induce l’uomo a compiere violenze inaudite. Il Diavolo non vive di vita propria, siamo noi che lo facciamo vivere esternandone i caratteri: madri che uccidono i figli con la giustificazione della depressione, mariti che uccidono le mogli (e viceversa) con la giustificazione della gelosia, uomini che uccidono altri uomini con la giustificazione che sono in guerra per una giusta causa. Ma quando finirà tutto questo? Quando finiremo di trovare sempre una giustificazione che prescinde dal nostro volere? L’essere umano ha la capacità di discernere il bene dal male, è perfettamente conscio delle proprie azioni ed è giunto il momento che riconosca la volontarietà di tutto quello che si accinge a fare, senza scusanti, giustificazioni inconsistenti e falsi moralismi: deve riconoscere che libera l’orrido che è in lui.

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